17 Novembre 2012

I 5 alimenti che producono maggiori infiammazioni

by Più Vivi

Un'alimentazione non equilibrata e ricca di sostanze infiammatorie può portare a sviluppare infiammazioni croniche, e quindi malattie cardiache nonché diversi tipi di cancro. Di seguito, vi mostreremo i 5 alimenti che rendono più facile l'insorgenza di infiammazioni nel nostro organismo.

1. Acidi grassi trans

Gli acidi grassi trans sono acidi grassi insaturi tristemente conosciuti soprattutto perché aumentano i livelli di colesterolo "cattivo" (LDL), riducendo al contempo il tasso di colesterolo "buono" (HDL). Purtroppo, i danni provocati dai grassi trans non si limitano a questo perché tali sostanze sono causa di obesità, resistenza all'insulina, sviluppo di malattie degenerative, malattie coronariche e aterosclerosi. Questi pericolosi grassi si trovano soprattutto in cibi fritti, cibi spazzatura dei fast-food, prodotti a base di olio idrogenato o parzialmente idrogenato, margarina e altri grassi vegetali idrogenati. Per evitare queste sostanze, ovviamente, la cosa migliore è leggere la lista degli ingredienti che compongono il prodotto e assicurarsi che non vengano usati oli parzialmente idrogenati o grassi vegetali.

2. Zucchero

Un eccessivo consumo di zucchero è principalmente legato all'insorgenza di carie, obesità, infiammazioni e malattie croniche come la sindrome metabolica e il diabete di tipo 2. Sfortunatamente, questo dolcificante è presente in tanti alimenti: oltre a dolciumi, caramelle e snack vari, è molto usato nelle bevande aromatizzate e nei succhi di frutta dolcificati. Bere una lattina di Coca Cola equivale pressappoco a mangiare dieci zollette di zucchero. Anche se tra gli ingredienti di un alimento non compare il termine "zucchero", ciò non vuol dire che non è presente perché può essere indicato con altri nomi o sostituito da altri componenti peggiori tra cui: sciroppo di glucosio, destrosio, fruttosio, maltosio, sciroppo di glucosio-fruttosio e saccarosio.

In sostituzione allo zucchero si può optare per dolcificanti naturali come la stevia, il miele o la melassa blackstrap, tutte ottime alternative per insaporire bevande e alimenti. Altre scelte possono ricadere sugli zuccheri naturali presenti nella frutta fresca o secca oppure nelle conserve di frutta senza zuccheri aggiunti. Tali zuccheri naturali, oltre a soddisfare il bisogno di ingerire dolci, forniscono vitamine, antiossidanti e fibre che non si trovano in bibite e alimenti dolcificati artificialmente. Fichi, arance, mandarini, cachi, datteri, kiwi e frutti di bosco sono solo alcune delle alternative naturali agli snack ricchi di dolcificanti artificiali o raffinati.

3. Oli da cucina polinsaturi

I comuni oli vegetali per cucinare presentano spesso un elevato apporto di acidi grassi omega-6 e bassi livelli di omega-3, andando a formare un forte squilibrio nel rapporto tra i due tipi di acidi grassi. Una dieta caratterizzata da tale squilibrio causa diversi tipi di infiammazioni che portano a sviluppare malattie cardiache e, nel peggiore dei casi, cancro. Questo squilibrio tra omega-6 e omega-3 è maggiormente presente in oli vegetali polinsaturi tra cui l'olio di semi di girasole, l'olio di mais, l'olio di semi di cotone, l'olio di cartamo, e l'olio di germe di grano. Cercare quindi di sostituire questi oli da cucina con altri che presentano un maggior equilibrio tra gli acidi grassi come l'olio di macadamia oppure l'olio extra vergine di oliva. L'olio di macadamia, per esempio, ha un rapporto di quasi uno a uno tra gli omega-6 e gli omega-3, ed è altresì ricco di acido oleico, un acido grasso monoinsaturo che favorisce la salute del cuore.

4. Carne da allevamento

Gli allevamenti destinati alla produzione di carne a livello industriale vengono alimentati con mangimi da ingrasso, semi di soia e di mais, ovvero con una dieta ad alto contenuto di acidi grassi omega-6 e a basso apporto di acidi grassi anti-infiammatori omega-3. Oltre a ciò, per via di recinzioni e ambienti molto stretti, questi animali non possono muoversi liberamente e quindi accumulano maggiore grasso. Ma il peggio deve ancora arrivare perché, per far sì che l'animale cresca più velocemente e per impedirgli di ammalarsi, gli vengono iniettati ormoni e antibiotici. Il risultato è un pezzo di carne che nessuno dovrebbe mangiare. Sfortunatamente, la maggior parte di carne che si trova al supermercato e ai ristoranti viene allevata in questo modo. L'ideale sarebbe ricorrere a prodotti biologici e animali ruspanti alimentati con una dieta naturale, costituita principalmente da erbe anziché cereali e ormoni. Inoltre, bisogna capire che la carne non va mangiata tutti i giorni, tanto meno un giorno sì e uno no. Un soggetto in salute può consumare carne una o al massimo due volte a settimana. L'eccesso di carne non è salutare per l'organismo e non lo è neppure per l'ambiente. Se ciò che preoccupa di più è l'assunzione di proteine, esistono molti sostituti della carne, tra cui legumi, uova e tofu, che possono rimpiazzare questo alimento in maniera più salutare. Per un approccio vegano, si possono combinare tra loro diversi vegetali (per esempio legumi, semi e cereali) in modo da ottenere un buon apporto di proteine complete.

5. Prodotti lattiero-caseari

Circa il 60% della popolazione mondiale non riesce a digerire il latte. Infatti, solitamente non si è in grado di digerire tale alimento dopo aver superato l'infanzia. Il latte è quindi un allergizzante comune che, nei soggetti predisposti, può dar vita a reazioni infiammatorie come mal di stomaco, costipazione, diarrea, orticaria, eruzioni cutanee, acne e asma. Oltre che nei latticini, il latte può essere usato come ingrediente in altri alimenti quali pane, cracker, biscotti, salse e cereali per la colazione. Ancora una volta, il modo per evitare questo elemento è quello di leggere la lista degli ingredienti. Bisogna però puntualizzare che non tutti i latticini hanno un'azione infiammatoria, infatti kefir e yogurt magro possono essere consumati, con moderazione, da coloro che non sono allergici al latte. Questi prodotti sono tra l'altro molto utili per migliorare la flora intestinale, grazie al loro contenuto di fermenti lattici e probiotici.

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