I fitoestrogeni sono composti naturali presenti in molti vegetali che agiscono in modo simile agli ormoni estrogeni. Secondo alcuni studiosi questi composti non causano effetti spiacevoli nell'uomo, mentre altri credono che possano essere dannosi per la fertilità maschile. Con l'aiuto di ricerche scientifiche, in questo articolo vedremo se i fitoestrogeni fanno male all'uomo oppure se sono benefici.
Cosa sono e quali sono i fitoestrogeni
I fitoestrogeni sono ormoni vegetali che svolgono varie funzioni nelle piante. Molti hanno proprietà antiossidanti e alcuni sono fondamentali per la difesa delle piante contro le infezioni [1, 2].
Il termine fitoestrogeno è formato dalle parole "estrogeno" perché la loro struttura chimica assomiglia a quella dell'ormone estrogeno, e dal prefisso greco "phyto" che sta per pianta.
I livelli di estrogeni sono più elevati nelle donne rispetto agli uomini. Questo ormone svolge diversi ruoli chiave nello sviluppo delle donne e delle loro caratteristiche, nonché nella loro fertilità, ma è importante anche negli uomini.
I fitoestrogeni possono interagire con i recettori degli estrogeni nelle cellule, i quali mediano le funzioni degli estrogeni all'interno del corpo [3].
Tuttavia, gli effetti dei fitoestrogeni risultano più deboli rispetto a quelli degli estrogeni. Inoltre, non tutti i fitoestrogeni funzionano allo stesso modo. Alcuni possono ostacolare l'attività dell'estrogeno, mentre altri ne imitano gli effetti [4].
I fitoestrogeni sono presenti in quantità variabili nella maggior parte delle piante, e appartengono a una grande famiglia di molecole organiche note come polifenoli.
Attualmente, tra i fitoestrogeni più conosciuti e studiati troviamo:
- Lignani: si trovano nella gran parte degli alimenti vegetali ricchi di fibre, come i semi, i cereali, la frutta secca, la frutta e le bacche. I semi di lino sono senza dubbio una delle fonti più ricche [5, 6].
- Isoflavoni: sono presenti nella soia e in altri legumi, ma anche nei frutti di bosco, nei cereali, nella frutta secca e nel vino [7].
- Resveratrolo: è presente nella frutta, nelle bacche, nel vino rosso, nel cioccolato e nelle arachidi.
- Quercetina: è uno degli antiossidanti più diffusi, e si trova in numerosi frutti, verdure e cereali [4].
Anche se alcuni ricercatori sono preoccupati del fatto che alti dosaggi di fitoestrogeni potrebbero sconvolgere l'equilibrio ormonale nell'organismo umano, la maggior parte delle ricerche collega questi composti a diversi benefici per la salute.
I fitoestrogeni fanno bene o sono dannosi?
Prima di vedere nello specifico se i fitoestrogeni possono rappresentare o meno un rischio per l'uomo, cerchiamo di capire se, in genere, fanno bene o male.
La maggior parte degli studi indica che i fitoestrogeni possono apportare diversi benefici alla salute umana. Alcune ricerche però hanno concluso che un'assunzione troppo alta di isoflavoni può causare disturbi in determinate situazioni.
Vediamo ora nel dettaglio i possibili benefici ed effetti collaterali dei fitoestrogeni.
Benefici dei fitoestrogeni
Varie ricerche sostengono che gli integratori di fitoestrogeni possono essere benefici per la salute umana:
- Riducono la pressione arteriosa: gli integratori di resveratrolo e di quercetina possono abbassare la pressione sanguigna alta [8, 9].
- Migliorano il controllo della glicemia: il resveratrolo, i lignani presenti nei semi di lino e gli isoflavoni di soia possono aiutare a tenere sotto controllo la glicemia [10, 11, 12].
- Abbassano il rischio di cancro alla prostata: gli isoflavoni sotto forma di integratori alimentari possono ridurre il rischio di cancro alla prostata, ma sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questo beneficio [13].
- Diminuiscono i livelli di colesterolo: gli integratori di isoflavoni di soia aiutano ad abbassare i livelli di colesterolo totale e di lipoproteine a bassa densità (LDL), comunemente note come "colesterolo cattivo" [14].
- Riducono l'infiammazione: gli isoflavoni di soia e i lignani possono ridurre il tasso di un indice d'infiammazione noto come proteina C-reattiva (PCR o CRP), in particolare, nelle donne in postmenopausa con elevati livelli di CRP [15, 16].
Nessuna delle ricerche appena menzionate ha riportato effetti collaterali gravi nell'uso degli integratori di fitoestrogeni.
Effetti collaterali dei fitoestrogeni
Alcuni studiosi temono che un'assunzione elevata di fitoestrogeni possa condizionare negativamente l'equilibrio ormonale nel corpo umano.
In effetti, i fitoestrogeni vengono classificati come interferenti endocrini, ovvero sostanze che possono interferire con il sistema ormonale se consumate in dosi sufficientemente alte.
Tuttavia, non si hanno molte prove a riguardo del fatto che i fitoestrogeni causino effetti dannosi negli esseri umani [17].
Alcune ricerche hanno concluso che un'elevata assunzione di isoflavoni derivanti da alimenti a base di soia può ostacolare le funzioni della tiroide se l'assunzione di iodio è scarsa o se si soffre già di ipotiroidismo [18, 19, 20].
La maggior parte degli studi condotti sulle persone sane non ha invece riscontrato alcun collegamento degno di nota tra gli isoflavoni e la funzionalità tiroidea [21, 22].
Allo stato attuale, non esistono prove importanti che associano il consumo di altri fitoestrogeni a effetti collaterali nell'essere umano [23, 24, 25, 26].
I fitoestrogeni pregiudicano la fertilità maschile?
Per quanto riguarda la salute degli uomini, ciò che preoccupa la maggior parte degli scienziati è che l'eccessiva esposizione ai fitoestrogeni potrebbe compromettere la fertilità maschile.
Uno studio condotto sui ghepardi ha rilevato che un'alta assunzione di fitoestrogeni ha compromesso la fertilità dei maschi [27].
Tuttavia, gli studiosi sottolineano che i fitoestrogeni hanno con ogni probabilità effetti diversi nei carnivori, come i ghepardi, rispetto agli onnivori, come gli esseri umani.
Non vi è in realtà alcuna prova rilevante che associa l'assunzione elevata di fitoestrogeni a problemi di fertilità nell'uomo [28, 29, 30].
I fitoestrogeni più studiati sono gli isoflavoni di soia. Un'analisi che ha tenuto conto di 15 studi controllati è giunta alla conclusione che gli isoflavoni di soia, sia negli alimenti sia negli integratori, non modificano i livelli di testosterone negli uomini [31].
Inoltre, uno studio ha constatato che l'assunzione quotidiana per due mesi di 40 grammi di isoflavoni sotto forma di integratori alimentari non ha pregiudicato la qualità o il volume dello sperma negli uomini [32].
Uno studio osservazionale ha esaminato gli effetti del latte in polvere per bambini a base di soia e ha dimostrato che questo prodotto non è legato a problemi di fertilità maschile rispetto al latte vaccino [33].
Non tutti gli studi osservazionali concordano. Una ricerca ha infatti rilevato che un'elevata assunzione di soia, la quale è ricca di isoflavoni, è associata a una riduzione del numero di spermatozoi, ma i ricercatori non sono sicuri che i responsabili della diminuzione siano gli isoflavoni [34].
In sostanza, la gran parte delle ricerche indica che gli isoflavoni non influenzano negativamente la fertilità maschile. Sebbene uno studio sui ghepardi suggerisca che un apporto elevato di fitoestrogeni possa compromettere la fertilità maschile, lo stesso non vale necessariamente anche per l'essere umano.
Tuttavia, gli scienziati sanno ancora poco sugli effetti di altri fitoestrogeni o sull'assunzione a lungo termine di alte dosi di integratori alimentari negli esseri umani. Sono dunque necessari ulteriori studi.
In conclusione, non ci sono prove importanti che dimostrano che i fitoestrogeni causano problemi negli uomini sani. I fitoestrogeni sono presenti in abbondanza all'interno di molti cibi salutari di origine vegetale. Nella maggior parte dei casi, i benefici del mangiare tali alimenti superano i possibili rischi per la salute. Non bisogna dimenticare che questi cibi devono comunque far parte di una dieta sana, variegata e ben bilanciata.