Le intolleranze alimentari, contrariamente alle allergie alimentari, non mettono in pericolo di vita. Possono però risultare molto problematiche per le persone che ne soffrono. Le intolleranze e le sensibilità alimentari sono molto comuni e, negli ultimi anni, stanno aumentando. In tutto il mondo sono fino al 20% coloro che hanno un'intolleranza alimentare [1]. Le intolleranze e le sensibilità alimentari possono essere difficili da diagnosticare a causa della loro vasta gamma di sintomi.
Di seguito, vedremo quali sono le tipologie più diffuse di sensibilità e intolleranze alimentari, i loro sintomi e i cibi da non mangiare.
Cos'è l'intolleranza alimentare?
L'espressione "ipersensibilità alimentare" fa riferimento sia alle allergie alimentari sia alle intolleranze alimentari. L'intolleranza è diversa dall'allergia, anche se alcuni dei loro sintomi possono sembrare simili.
[Potrebbe interessarti: Allergie Alimentari Più Comuni: Quali Sono E Quali Cibi Evitare]
Effettivamente, spesso può essere difficile riuscire a capire se si tratta di un'allergia o di un'intolleranza alimentare, per cui è necessario parlare con uno specialista se si sospetta di avere questo tipo di problemi.
In genere, se si ha un'intolleranza alimentare, i sintomi iniziano a manifestarsi entro poche ore dal consumo del cibo a cui si è intolleranti. Tuttavia, i sintomi possono anche verificarsi con un ritardo fino a 48 ore e permanere per ore o giorni, rendendo il cibo responsabile del disagio particolarmente difficile da individuare [2].
Inoltre, se si mangiano spesso prodotti a cui si è intolleranti, potrebbe essere ancora più arduo riconoscere i sintomi legati a un determinato alimento.
I sintomi delle intolleranze alimentari spesso interessano l'apparato digerente, la cute e il sistema respiratorio. I sintomi più comuni sono: diarrea, gonfiore, eruzioni cutanee, mal di testa, nausea, sensazione di stanchezza, dolore addominale, naso che cola, reflusso, arrossamento cutaneo.
Le intolleranze alimentari vengono comunemente diagnosticate attraverso diversi metodi; il più usato è la dieta a eliminazione specificamente studiata per restringere gli alimenti che causano le intolleranze.
Le diete di eliminazione consistono nel rimuovere quei cibi più comunemente associati alle intolleranze per un determinato periodo di tempo, fino alla scomparsa dei sintomi. Gli alimenti vengono quindi successivamente reintrodotti uno alla volta mentre si monitorano i sintomi [3].
Questo tipo di dieta aiuta le persone a identificare qual è l'alimento o gli alimenti che stanno scatenando le reazioni spiacevoli.
Vediamo ora quali sono le intolleranze alimentari più comuni.
Intolleranza al lattosio
Il lattosio è uno zucchero che si trova nel latte e nei latticini. All'interno del corpo umano, viene scomposto dall'enzima lattasi, il quale è fondamentale per digerire e assorbire correttamente il lattosio.
L'intolleranza al lattosio è causata da una mancata persistenza dell'enzima lattasi, che porta all'incapacità di digerire il lattosio e provoca sintomi avversi a livello digestivo.
I sintomi dell'intolleranza al lattosio sono principalmente [4]:
- Dolori addominali
- Gonfiore addominale
- Nausea
- Eccessiva produzione di gas
- Diarrea
L'intolleranza al lattosio è una delle più comuni, interessando circa il 65% della popolazione mondiale [5].
Coloro che soffrono di intolleranza al lattosio, dovrebbero evitare il latte e i prodotti caseari che contengono questo zucchero. I formaggi stagionati e i prodotti fermentati come il kefir possono essere più tollerabili in quanto hanno meno lattosio rispetto agli altri latticini [6].
Intolleranza al glutine
Il termine glutine fa riferimento a un insieme di proteine che si trovano principalmente nel grano, nell'orzo, nel farro, nella segale e nel triticale.
Il glutine può causare diversi disturbi, tra cui la celiachia, la sensibilità al glutine non celiaca e l'allergia al grano.
La celiachia è una malattia autoimmune dato che innesca una risposta immunitaria. Quando i celiaci mangiano prodotti contenenti glutine, il sistema immunitario attacca l'intestino tenue, provocando danni anche gravi a livello digestivo.
La sensibilità al glutine non celiaca è invece una forma più lieve di intolleranza al glutine che interessa fino al 13% della popolazione mondiale [7].
I sintomi della sensibilità al glutine non celiaca sono simili a quelli della celiachia, e sono [8]:
- Dolore addominale
- Gonfiore addominale
- Diarrea oppure stitichezza
- Mal di testa
- Senso di stanchezza
- Dolori articolari
- Eruzioni cutanee
- Depressione
- Ansia
- Anemia
Sia la celiachia sia la sensibilità al glutine non celiaca possono essere tenute a bada con una dieta priva di alimenti contenenti glutine, in particolare quelli che tradizionalmente si ottengono dalla farina di frumento, come il pane, la pasta e i prodotti da forno, ma anche i cereali, la birra, le salse e i condimenti già pronti. Oggigiorno, è comunque possibile trovare molti prodotti privi di glutine anche nei comuni supermercati.
Intolleranza alla caffeina
La caffeina, o teina, è una sostanza organica dal gusto amaro che si trova naturalmente in diverse piante, come quelle del caffè, del cacao, del tè, della cola, del guaranà e del mate. La caffeina è un'ingrediente chiave in molte bevande, in particolare nel caffè, nel tè e negli energy drink.
Quando viene ingerita, la caffeina agisce come uno stimolante, riducendo l'affaticamento e aumentando la lucidità mentale. La maggior parte delle persone adulte in salute può arrivare a consumare fino a 400 mg di caffeina al giorno (3-4 tazzine di caffè espresso) senza sperimentare alcun effetto collaterale.
[Per approfondire leggi Quanto Caffè Si Può Bere Al Giorno?]
Tuttavia, alcuni individui possono essere più sensibili alla caffeina, manifestando reazioni avverse anche dopo aver consumato quantità minime della sostanza. Tale ipersensibilità può essere causata da una bassa capacità di metabolizzare ed espellere la caffeina [9].
Coloro che sono ipersensibili alla caffeina possono riportare i seguenti sintomi dopo averne ingerito anche solo una piccola quantità [10]:
- Battito cardiaco accelerato
- Agitazione
- Ansia
- Insonnia
- Nervosismo
- Irrequietezza
I soggetti che hanno una sensibilità alla caffeina dovrebbero evitare questa sostanza o assumerla in minime quantità, a seconda della propria tolleranza. Bisogna prestare particolare attenzione alle bevande come il caffè e il tè, che contengono caffeina naturalmente, nonché alle bibite gassate ed energetiche, in cui la caffeina viene solitamente aggiunta. Tra i cibi, si segnala principalmente il cioccolato.
Intolleranza ai carboidrati FODMAP
L'acronimo FODMAP viene usato per indicare quei cibi che contengono oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili. Questi sono carboidrati a catena corta che possono risultare difficili da digerire e da assorbire nell'intestino tenue.
Superano quindi l'intestino tenue e arrivano nell'intestino crasso dove vengono fatti fermentare a opera dei batteri qui presenti, causando eccessiva produzione di gas, gonfiore e altri problemi di stomaco.
Questi carboidrati a catena corta possiedono altresì proprietà osmotiche, quindi richiamano acqua nel sistema digestivo, provocando diarrea e altri disagi [11].
I sintomi dell'intolleranza ai cibi FODMAP sono principalmente [12]:
- Gonfiore addominale
- Dolori addominali
- Eccessiva produzione di gas
- Diarrea
- Stipsi
Le intolleranze agli alimenti FODMAP sono molto comuni in coloro che hanno la sindrome dell'intestino irritabile (SII o IBS). È stato visto che le diete a basso contenuto di FODMAP risultano molto utili per coloro che soffrono di SII poiché portano a una riduzione fino all'86% dei sintomi avversi a livello digestivo [13].
La lista dei cibi contenenti FODMAP è molto lunga. Di seguito, vedremo quali sono gli alimenti più diffusi da evitare: latte e derivati (soprattutto i formaggi a pasta molle), aglio, cipolla, porro, asparagi, cavolini di Bruxelles, cavolfiore, carciofo, funghi, prodotti ottenuti da grano e kamut (soprattutto pane e pasta), legumi, birra, mela, pesca, albicocca, mango, fichi, ciliegie, miele, sciroppo d'agave, melassa.
Intolleranza al fruttosio
Il fruttosio è un tipo di FODMAP, ovvero uno zucchero semplice che si trova in frutta e verdura, così come in dolcificanti come il miele e l'agave, nonché nel dannoso sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS).
In coloro che hanno un'intolleranza al fruttosio, questo monosaccaride non viene assorbito correttamente nel sangue. Il fruttosio malassorbito va quindi nell'intestino crasso, dove i batteri lo fanno fermentare, causando problemi a livello digestivo.
I sintomi provocati dal malassorbimento del fruttosio sono principalmente [14]:
- Dolore addominale
- Gonfiore addominale
- Reflusso
- Nausea
- Eccessiva produzione di gas
- Diarrea
- Vomito
Gli individui che soffrono di intolleranza al fruttosio sono spesso sensibili anche ad altri cibi contenenti FODMAP, per cui possono trarre giovamento da una dieta a basso contenuto FODMAP.
Intolleranza ai solfiti
I solfiti sono composti usati principalmente come conservanti all'interno di cibi, bibite e farmaci. Sono altresì presenti naturalmente in alcuni alimenti, come l'uvetta e i formaggi stagionati.
I solfiti sono generalmente ben tollerati dalla gran parte delle persone, ma alcuni possono essere sensibili a queste sostanze, in particolare se si soffre di asma.
I sintomi più comuni della sensibilità al solfito sono [15]:
- Orticaria
- Arrossamento cutaneo
- Gonfiore della pelle
- Naso chiuso
- Tosse
- Respiro sibilante
- Ipotensione
- Diarrea
Nei pazienti asmatici con sensibilità al solfito, la sostanza può portare a una costrizione delle vie aeree che, nei casi gravi, può anche causare reazioni potenzialmente letali.
Di seguito, alcuni dei principali esempi di alimenti e bevande che possono contenere solfiti: frutta secca, vino, sidro di mele, verdure in scatola, cibi in salamoia, condimenti, patatine in busta, birra, hot dog e hamburger.
Intolleranza ai salicilati
I salicilati sono sostanze che si trovano naturalmente in alcune piante sotto forma di glicosidi. Sono molto importanti poiché hanno proprietà antinfiammatorie.
È stato dimostrato che i cibi contenenti salicilati possono aiutare a proteggere dallo sviluppo di malattie gravi come il tumore del colon-retto [16].
I salicilati sono presenti in diversi alimenti, come frutta e verdura, caffè, tè, spezie, miele, frutta secca (soprattutto le mandorle) e alcuni frutti di bosco (soprattutto lamponi, ribes rosso e ribes nero). I salicilati vengono inoltre usati come conservanti alimentari e all'interno di farmaci.
Per la gran parte delle persone non ci sono problemi nel consumare salicilati in quantità normali, come quelle contenute negli alimenti. Tuttavia, coloro che sono particolarmente sensibili a questa sostanza possono avere reazioni avverse anche quando ne ingeriscono in quantità ridotte.
I sintomi dell'intolleranza ai salicilati sono [17]:
- Naso chiuso
- Infezioni ai seni paranasali
- Poliposi naso-sinusale
- Orticaria
- Asma
- Diarrea
- Infiammazione intestinale
Anche se non si possono eliminare completamente i salicilati dalla propria dieta, coloro che soffrono di un'intolleranza a questo composto dovrebbero evitare quei cibi che ne contengono in maggiore quantità, come l'uva passa, le arance, il ribes rosso e il ribes nero, i lamponi, l'ananas, le mandorle, i datteri secchi, le spezie, il caffè, il tè e il miele. Prestare attenzione anche ai cosmetici e ai farmaci contenenti salicilati [17].
Intolleranza alle ammine
Le ammine sono composti che possono essere prodotti da alcuni batteri negli alimenti durante la conservazione e il processo di fermentazione. Sono quindi diversi i cibi contenenti ammine.
Le ammine possono essere di vari tipi, ma è l'istamina quella che più di frequente è legata alle intolleranze alimentari. L'istamina è una molecola organica che nel corpo umano è coinvolta a diversi livelli: sistema immunitario, apparato digerente e sistema nervoso.
Contribuisce a proteggere l'organismo dalle infezioni innescando un'immediata risposta infiammatoria agli allergeni. Ciò può provocare starnuti, prurito e lacrimazione, ovvero reazioni che hanno l'obiettivo di espellere gli invasori dannosi [18].
In coloro che non hanno l'intolleranza all'istamina, questa molecola viene facilmente metabolizzata ed espulsa. Alcune persone non sono però in grado metabolizzare correttamente l'istamina, la quale si accumula così nell'organismo.
I sintomi dell'intolleranza all'istamina sono principalmente [19]:
- Arrossamento cutaneo
- Mal di testa
- Prurito
- Orticaria
- Crampi allo stomaco
- Diarrea
- Pressione arteriosa bassa
- Ansia
Le persone che soffrono di intolleranza all'istamina dovrebbero evitare gli alimenti che ne contengono elevate quantità, come i cibi fermentati, le bevande alcoliche fermentate come la birra e il vino, gli insaccati, lo sgombro, l'aringa, la sardina, il tonno, il pesce affumicato, i formaggi stagionati, gli spinaci, le melanzane, la frutta secca, gli agrumi, l'avocado, l'aceto e i prodotti acidi come il latticello.
Altre intolleranze alimentari comuni
Le tipologie di intolleranze alimentari appena elencate sono tra le più comuni al mondo. Esistono anche molti altri ingredienti e cibi che potrebbero causare intolleranze alimentari, tra cui: aspartame, uova, glutammato monosodico (MSG), coloranti e additivi alimentari, lievito, polialcoli.
In conclusione, le intolleranze alimentari sono diverse dalle allergie alimentari. Gran parte delle intolleranze non coinvolge il sistema immunitario e i sintomi sono generalmente meno gravi di quelli causati dalle allergie. Le intolleranze possono comunque abbassare la qualità della vita di chi ne soffre, quindi se si sospetta di essere intolleranti a un determinato prodotto alimentare, è importante parlarne con il proprio medico o dietista.