Presenti in tutte le cellule viventi, le purine sono molecole organiche rintracciabili all'interno degli acidi nucleici. Alcune di esse compongono DNA e RNA, e sono prodotte in parte endogenamente dal fegato e in parte assunte esogenamente attraverso la dieta. Di seguito, vedremo quali sono gli alimenti ricchi di purine.
Il metabolismo delle purine è caratterizzato da tre processi: assunzione con gli alimenti, sintesi proteica e interconversione. Per quanto riguarda l'interconversione, in pratica le purine vengono sottoposte a questo sistema mediante il quale vi è una sorta di recupero delle stesse a partire da altre purine, e anche a un meccanismo di degradazione di quelle in eccesso.
Le purine, tra cui annoveriamo la guanina, l'adenina, la caffeina, l'acido urico, e la teobromina sono continuamente sottoposte a cicli di sintesi ed eliminazione poiché diventa indispensabile mantenere un equilibrio metabolico tale da evitare di incorrere sia in carenze sia in eccessi.
Cibi contenenti purine
In genere, gli alimenti più ricchi di purine sono quelli di origine animale, con un'alta percentuale proteica e un'elevata densità cellulare, ma anche quelli di origine vegetale possono contenerne in quantità notevoli.
Le purine sono presenti soprattutto in alcuni prodotti ittici come acciughe, aringhe, cozze, alici, sgombri e sardine, e in alcuni prodotti da macello come frattaglie, fegato, rognone, selvaggina, cervello ed estratti di carne. In questi alimenti il contenuto di purine è molto elevato e si aggira intorno ai 150-800 mg per 100 grammi di prodotto.
Analogamente, carni in genere come polli, crostacei (soprattutto gamberi e granchi), ostriche, insaccati; ma anche legumi tra cui fagioli, piselli e lenticchie, alcuni ortaggi come spinaci, asparagi, funghi e cavolfiori, e infine arachidi e cibi integrali hanno un contenuto purinico modesto che si aggira sui 50-150 mg per 100 grammi di alimento.
Infine, uova, latte e derivati, tutti gli altri tipi di ortaggi e verdura, frutta, farinacei e cereali (non integrali) registrano una concentrazione di purine più bassa, che va da 0 a 50 mg per 100 grammi di prodotto.
Ipouricemia, Iperuricemia e problemi metabolici
Alterazioni metaboliche legate ai processi di sintesi e interconversione endogena delle purine possono arrecare danni alla salute perché creano uno stato di disordine tra produzione ed eliminazione di queste sostanze, modificandone l'equilibrio. Tale situazione può portare a due tipi di condizioni patologiche definite ipouricemia, quando si verifica una carenza di acido urico nel sangue per scarsa produzione o assunzione di purine, e di iperuricemia, ovvero un'eccessiva presenza di acido urico ematico per incremento del consumo di cibi che contengono molta purina o per alterazioni delle vie di espulsione.
Quest'ultima patologia può scatenare uno stato clinico definito gotta, condizione in cui i cristalli di acido urico in eccesso tendono a precipitare nei fluidi biologici e nel liquido sinoviale delle articolazioni, causando processi infiammatori dolorosi, rossore e gonfiore articolare. In casi gravi, l'eccesso di purine, e quindi l'aumentato di acido urico, può portare a insufficienza renale per deposizione di cristalli nei bacinetti dei reni, oppure provocare deposizioni sotto la pelle di mani, gomiti e orecchie, creando masse definite tofi.
Tuttavia, è bene ricordare che in assenza di una predisposizione genetica a un'alterazione metabolica purinica è difficile che la sola alimentazione possa innescare la gotta e i problemi connessi.
Adeguato consumo di alimenti ipopurinici e iperpurinici
È chiaro che qualora il problema si presenti per una predisposizione individuale, l'alimentazione è un'ottima arma per gestire eventuali squilibri, regolando e adeguando la propria dieta in base alle esigenze personali. In corso di gotta è quindi necessario ridurre il consumo di alimenti ricchi di purine, bere acqua in abbondanza nel tentativo di diluirne l'eccesso, evitando la formazione di troppo acido urico, ridurre anche il peso corporeo quando esiste un aumento dell'incremento ponderale perché i soggetti in sovrappeso sono più predisposti a sviluppare problemi di gotta. È altresì importante limitare l'assunzione di alcolici, soprattutto di birra la quale risulta avere una concentrazione di purine maggiore rispetto alle altre bevande. Riducendo inoltre le fonti di grasso, in particolare quello animale, e preferendo i carboidrati complessi come base del proprio piano alimentare, si può instaurare un programma dietetico volto a riportare un equilibrio nel metabolismo delle purine.
Infine è anche importante fare attenzione ad alcuni tipi di farmaci: l'aspirina, per esempio, diminuendo la filtrazione di acido urico nei reni, ne favorisce la deposizione, che a lungo termine può portare a seri danni, con conseguente insufficienza renale.
Considerando che la dieta è alla base del benessere della persona, è necessario conoscere quali sono gli alimenti ricchi di purine, che possono interferire con l'equilibrio fisiologico di tali sostanze, scatenando disturbi metabolici e altri problemi di salute.