La rabbia, o ira, è un'alterazione del proprio stato psicologico. La persona iraconda manifesta una forte ostilità nei confronti di altri soggetti, cose, comportamenti, situazioni o avvenimenti, e a volte anche verso sé. La rabbia può risultare distruttiva quando la persona irata perde la capacità di riflettere e provoca danni ad altre persone oppure cose, così come a sé. Quando ci si trova in una situazione in cui la rabbia altrui può sfociare in qualcosa di più pericoloso, è bene capire come reagire per gestire la situazione nel modo migliore.
Come gestire la rabbia altrui quando è rivolta verso di noi?
Premesso che, in base alla propria empatia, ognuno tende a reagire in modo diverso alla rabbia altrui e alle provocazioni, vi sono alcune tecniche che si possono adottare per comportarsi in modo adeguato a questo tipo di situazione.
Innanzitutto bisogna cercare di non rispondere all'aggressività con l'aggressività, sia essa verbale sia essa fisica. La paura potrebbe bloccarci oppure spingerci a reagire istintivamente, ma in modo sbagliato, senza ragionare. Ciò potrebbe peggiorare la situazione perché, in genere, si va solo ad alimentare ulteriormente la rabbia e la violenza.
A tal proposito è importante utilizzare alcuni espedienti non verbali per ridurre l’aggressività nell'altro/a, creando una situazione più facile da gestire.
Come gestire la rabbia altrui con comportamenti non verbali
- Fare un respiro profondo, e cercare di distribuire il peso su entrambi i piedi, mantenendo una postura naturale e allo stesso tempo stabile. Tenersi a distanza di sicurezza senza invadere la zona intima della persona arrabbiata, quindi rimanendo a circa un metro, o comunque a non meno di 50 centimetri, da essa.
- Non irrigidirsi.
- Per evitare di mandare messaggi che facciano capire alla persona irata che si è in difficoltà, bisogna guardarla sempre negli occhi con uno sguardo che trasmetta tranquillità. Non abbassare continuamente gli occhi o rivolgerli altrove perché in questo modo l'interlocutore capisce che si è a disagio e che si vuole fuggire dalla situazione. È consentito abbassare lo sguardo se lo fa anche l'altra persona. È importante non infastidire l'altro/a; quindi il contatto visivo deve esserci ma non bisogna fissare costantemente l'interlocutore.
- Non puntare il dito contro la persona arrabbiata.
- Tenere le mani libere da oggetti pericolosi o che potrebbero sembrare adatti ad aggredire.
- Non gesticolare eccessivamente, altrimenti si rischia di risultare aggressivi.
- Non assumere atteggiamenti di superiorità.
- Evitare il sarcasmo o gli atteggiamenti competitivi.
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Come gestire la rabbia altrui con la comunicazione verbale
Una volta capito come gestire la rabbia altrui con un comportamento consono, la comunicazione verbale risulterà più semplice ed efficace per riportare la calma nel soggetto irato. In realtà, sono poche le regole da seguire per una buona comunicazione verbale. Tutto dipende dalla situazione in cui ci si trova per poter capire quali sono le parole giuste per placare la rabbia altrui.
- Innanzitutto è importante avere il tono di voce adeguato, che deve essere deciso ma tranquillo, quindi non elevato. Normalmente, la persona irata ha un tono di voce molto alto. Questo significa che vuole che gli altri lo/la sentano. Perfetto, siamo qui per ascoltarlo/a. Per questo motivo bisogna far capire alla persona arrabbiata che c'è qualcuno disposto a sentirlo/a.
- In seguito, con un po' di accondiscendenza, si può tentare di attenuare la rabbia altrui usando frasi di questo tipo: "Hai ragione. Ti capisco, la stessa cosa è successa anche a me proprio la settimana scorsa." oppure "L'anno scorso ho avuto la stessa reazione anch'io. Sembrava una situazione impossibile ma poi si è risolto tutto in poco tempo."
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Se la persona arrabbiata aggredisce fisicamente?
In questo caso il discorso è più complesso. Premesso che non si può rispondere alla violenza con la violenza poiché genererebbe ancora più violenza, è importante cercare di mantenere la calma. Coloro che aggrediscono verbalmente e fisicamente gli altri sono persone che partono già sconfitte. Non potranno mai avere la meglio perché loro stessi sono annientati dalle circostanze. Cercare la rissa è un modo per trascinare il confronto sul piano irrazionale, per richiamare l'attenzione e celare così un profondo senso di insicurezza dietro una "forza" che è solo di facciata.
Coloro che aggrediscono sono, solitamente, persone escluse da gran parte delle relazioni sociali, anche se hanno un lavoro e una famiglia. L'aggressività quindi diventa un modo per tenersi stretto quel poco che hanno. È come se l'aggressività sostituisse l'amore. L'amore rende uniti in modo naturale, l'aggressività in modo violento e impositivo.
Non c'è dunque un metodo giusto per rispondere all'aggressività fisica di una persona rissosa e furiosa, perché questo significherebbe accettare il suo modo di risolvere la questione, ovvero accettare la violenza, e, anzi, fomentarla. In poche parole, ciò significa abbassarsi al suo livello. Non bisogna mai permettere che una persona arrabbiata e rissosa imponga il suo dominio. Con i soggetti di questo tipo è necessario riportare tutto sul piano razionale, cercando di capire quale miseria si nasconde dietro la loro aggressività, senza mai rispondere con la violenza.
Gestire la rabbia altrui non è semplice perché si tratta di comprendere l'altra persona, ciò che sta vivendo, cosa ha provocato la sua ira e come poter riuscire a fermarla senza lasciarsi coinvolgere/travolgere da possibili reazioni di violenza.