Con questo articolo, vogliamo rispondere alla domanda di una nostra cara lettrice, Tiziana, che ci ha chiesto se bere troppo tè può far male alla salute. Come regola generale, si sa che esagerare in qualsiasi cosa non fa bene, e neppure il tè fa eccezione. Vediamo perché.
Innanzitutto, il tè contiene teina, quindi risulta essere una bevanda eccitante, e se si soffre di insonnia è meglio evitarla o comunque consumarla con moderazione. Si consiglia dunque di bere il tè al mattino oppure nel primo pomeriggio in modo a evitare disturbi durante il sonno.
Il tè è controindicato anche per coloro che soffrono di carenze di ferro perché i polifenoli presenti al suo interno contrastano l’assimilazione di questo minerale nel sangue. In questo caso, se proprio non si può fare a meno di bere una tazza di tè, è preferibile consumarla lontano dai pasti principali.
Oltre a ciò, un recente studio condotto nel Regno Unito, presso l'Università di Derby, ha esaminato gli effetti del tè sulla salute umana, evidenziando altre problematiche meno conosciute causate dall'eccessivo apporto di fluoro. Molti tè in bustina infatti, soprattutto quelli economici, contengono questa sostanza in quantità esagerate. La questione del fluoro è un argomento molto dibattuto e controverso. Si tratta di un ingrediente usato soprattutto nei dentifrici per garantire l'igiene orale ma in realtà provoca non pochi problemi, soprattutto ai bambini. In Italia, un decreto del 2008 obbliga i produttori di dentifrici a indicare chiaramente la presenza di fluoruro nei prodotti che ne contengono più dello 0,1 per cento, perché questi non possono essere usati per i bambini.
Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, ci sono state, e ci sono tuttora, molte polemiche sul fatto che gran parte delle città e dei comuni americani aggiungono fluoro alla rete idrica per migliorare la salute dentale dei cittadini. I problemi principali che può causare l'assunzione di troppo fluoro (più di 4 mg al giorno) sono: fluorosi, calcificazioni dei legamenti, indebolimento delle ossa, problemi muscolari, dolore cronico, e danni al sistema nervoso centrale. Ma le questioni legate a tale elemento vanno ben oltre.
La ricerca inglese a cui accennavamo precedentemente ha messo in evidenza che molte marche di tè commerciali acquistabili al supermercato contengono il 75-120 per cento in più della dose giornaliera consigliata di fluoro. Combinando questi valori con quelli delle altre fonti di fluoro, come l'acqua potabile al fluoro o il dentifricio contenente fluoro, la situazione diventa davvero molto rischiosa. La ricerca purtroppo non fa riferimento al tipo di fluoruro utilizzato, ma secondo noi dovrebbe comunque trattarsi di quello che viene accumulato in natura dalle piante, ovvero il fluoruro di calcio, che in realtà non provoca i danni del fluoruro chimico aggiunto a dentifrici e ad acqua, vale a dire il fluoruro di sodio.
A ogni modo, lo studio in questione ha confrontato 38 marche di tè nel Regno Unito e ha scoperto che i tè economici e quelli istantanei - in particolare le marche del supermercato - tendono ad avere un contenuto più alto di fluoro. A questo punto, il consiglio è quello di acquistare tè più conosciuti o comunque provenienti da agricoltura biologica. Inoltre, solitamente alcuni alimenti elaborati contengono elevate concentrazioni di fluoruro di sodio, e tra questi troviamo sicuramente il tè istantaneo, quindi questo è meglio evitarlo.
Purtroppo, le case produttrici di tè non sono tenute a rivelare quali sono i livelli di fluoruro contenuti nei loro prodotti, e viene tranquillamente omesso tra le informazioni nutrizionali. Dato che questa ricerca è piuttosto recente, speriamo di avere al più presto informazioni dettagliate a riguardo.
Oltre a questi problemi, un eccessivo consumo di tè può interferire con alcuni farmaci alterandone l'efficacia terapeutica. Quindi se si sta facendo una cura a base di medicinali è meglio chiedere prima al proprio medico se è possibile assumere questa bevanda.
Durante la gravidanza, è meglio evitare l'assunzione di alcuni tipi di tè come il tè verde perché questi possono ridurre l'effetto dell'acido folico, sostanza necessaria per evitare e abbassare il rischio di sviluppare spina bifida o di avere un parto prematuro.